Bellezza e fascino sono caratteristiche differenti. Sebbene spesso siano erroneamente considerate sinonimi, solo raramente sono entrambe apprezzabili in una stessa persona.
E’ tanto diffuso quanto improprio attribuire ad una bella donna – così come ad un bell’uomo – l’accezione “affascinante”. Una donna bellissima, perfettamente ricalcante i classici canoni della bellezza, non sempre è affascinante, così come - non di rado - s’incontrano donne che ben poco corrispondono ai cosiddetti “canoni estetici”, eppure sono dotate di “quel certo non so che” che restano impresse.
Anteponendo il mio parere di uomo a quello di chirurgo estetico, dico che la bellezza “colpisce il senso del bello” mentre il fascino “ti rimane dentro”. Pertanto, una donna che possiede entrambe le doti -bellezza e fascino - è superlativa.
Spesso vediamo splendide donne, ma quella bellezza classica che ci lascia stupiti, richiama la nostra ammirazione esaltando la “sensazione del bello”, equiparabile all’osservare un gioiello, un tramonto o altro ancora. Il fascino è altro!
Il fascino penetra come una “staffilata nel cervello”, rendendo indimenticabile la donna che ne è dotata; induce la percezione di un’ emozione particolare, un’attrazione forte, che prescinde dalla paradigmatica bellezza.
Naturalmente, quanto ho affermato in merito allo splendido universo femminile, vale anche in ambito maschile, ma in questo caso… non sono altrettanto sensibile!!
In fatto di canoni di bellezza, ritengo importante enfatizzare alcune precisazioni.
Il canone classico per le proporzioni del corpo umano assume la misura della testa, dalla sommità del capo alla linea del mento, come modulo per equilibrare le altre parti del corpo. Il canone scientifico è simile, ma basandosi sulla statistica è più vicino alla realtà rispetto a quello classico, che tende a considerare il corpo umano secondo criteri di perfezione ideale.
Uomo e donna negli ultimi sessant’ anni sono cambiati moltissimo tantoché, se chiedete ad un cinquantenne di descrivervi una donna di cinquant’anni rievocando il suo ricordo di diciottenne - ovvero “come lui, a diciott’anni vedeva una cinquantenne - , sicuramente, la sua rappresentazione differirà molto rispetto a quella di un diciottenne dei giorni nostri; si confrontino a tal proposito le nostre nonne, solitamente casalinghe dal look severo, con quelle di oggi, giovanili, soventemente attraenti ed in carriera.
Penso che nel ringiovanimento estetico generazionale, influisca molto l’atteggiamento mentale: la donna, percependosi gradevole e desiderabile - malgrado la sua età non più “tenera” – porrà conseguentemente in atto alcune strategie conservative per protrarre lungamente la sua bellezza. Ovviamente risulta evidente anche il contrario: “tanto oramai chi vuoi che mi guardi” è il concetto più avvilente ed invecchiante che conosca.
A chi asserisce che la chirurgia estetica - lifting in testa - è una patetica lotta contro il tempo, rispondo che solo nel constatare alcune esagerazioni condivido questo pensiero. Nel gergo comune si esprimono due parole dispregiative, tuttavia confacenti alle forzature riportate su alcuni volti di donne: “tirata” e “rifatta”.
A mio modo di vedere, e soprattutto di operare, il lifting non si deve notare, bensì, tale intervento, deve “misteriosamente” conferire maggiore freschezza al volto, riportandolo così indietro nel tempo, attraverso il riposizionamento dei tessuti. Un esperto chirurgo estetico, attraverso il lifting è in grado di riportare il viso di una donna ad almeno dodici anni prima.
Tuttavia il chirurgo estetico – serio! - non è un “piazzista, venditore di giovinezza”, bensì è un medico che pone la sua professionalità a disposizione delle pazienti, proponendo loro modifiche finalizzate ad un ringiovanimento adeguato.
Pertanto, evitando ridicoli “tiraggi” o “imbottiture circensi” – queste ultime peraltro nulla hanno a che vedere con il lifting in quanto ottenibili inserendo protesi e sostanze “rimpolpanti”-, ecco che grazie ad un lifting appropriato, apprezziamo volti cinquantenni che ne dimostrano trentotto e sessantenni paragonabili a quarantottenni. Farsesca sarebbe la pretesa di un viso da ventenne ad “anta” abbondantemente superati!
Il fascino per quanto dote davvero sporadica, fortunatamente non conosce età, anzi, complice l’emancipazione femminile, tendenzialmente con il tempo s’incrementa. E’ dunque ancor più piacevole riscontrare il fascino in una Signora over 50, consapevole, magari appagata dal ricoprire un incarico ai vertici aziendali e che mostra un viso scevro dalle penalizzazioni della sua età, senza per questo scadere nel grottesco.
Guido Norberto Delbono